Amministratori

Centri commerciali, le Regioni possono vietarli per tutelare ambiente e paesaggio

di Mauro Calabrese

L’esigenza di tutelare l’ambiente e il paesaggio, prima ancora della tutela dei piccoli negozi al dettaglio, dà ampia discrezionalità nelle scelte di pianificazione urbanistica alle Regioni, che possono limitare o vietare, per esigenze di protezione ambientale, l’edificazione di grandi strutture di vendita, come i centri commerciali, senza alcuna legittima aspettativa per i proprietari delle aree interessate.

Il Consiglio
Così si è espresso il Consiglio di Stato, sezione IV, con la sentenza 25 settembre 2017, n. 4484, affermando che le Regioni, quando adottano misure a tutela dell’ambiente e del paesaggio, anche intervenendo sulle varianti ai Piani regolatori comunali, possono discrezionalmente modificare i criteri di edificabilità e possono legittimamente sacrificare le aspettative dei proprietari privati delle aree interessate.

Variante PRG
La sentenza ha, così, respinto tutti i ricorsi contro l’approvazione da parte della Regione Veneto della aariante al Piano regolatore del Comune di Treviso, recepita però con modifiche, secondo le indicazioni urbanistiche della Commissione Tecnica Regionale, che ha comportato la riduzione della destinazione commerciale di alcune aree confinanti con il Parco naturale regionale del fiume Sile, vietando la realizzazione di nuove grandi strutture di vendita, così accogliendo anche la volontà dell’amministrazione comunale di non localizzare altri centri commerciali nel proprio territorio.

Protezione ambientale
Il divieto di grandi strutture di vendita e la limitazione dell’edificazione commerciale, introdotti dalla Regione in sede di verifica e approvazione delle scelte pianificatorie del Comune, motivati da esigenze di conservazione dell’ambiente naturalistico del fiume Sile, in linea con la volontà di individuare ambiti di preservazione, hanno di fatto sacrificato le aspettative dei proprietari di una area interessata dal progetto di realizzazione di un nuovo centro commerciale di 28 mila metri quadri di estensione.

Potere discrezionale
Respingendo i ricorsi contro le delibere adottate, i Giudici di Palazzo Spada hanno convalidato l’ampio potere discrezionale di cui godono le Regioni, in sede pianificatoria, nell’adottare le modifiche ritenute necessarie a tutela dell’ambiente e del paesaggio, censurabili solo per profili di abnormità e illegittimità evidenti del provvedimento adottato.

Ambiente e commercio
In conclusione, per il Consiglio di Stato, seppure nella vicenda possano interferire profili di tutela del piccolo commercio al dettaglio contro i grandi centri commerciali, la valutazione discrezionale operata dalla Regione Veneto appare coerente e razionale, in funzione dell’esigenza di tutela dell’ambiente e del paesaggio di un territorio di grande pregio, come quello nelle vicinanze del Parco del fiume Sile, frutto di una corretta ponderazione tra le finalità di tutela e le aspettative edificatorie dei privati, che ha portato al legittimo divieto di  ulteriori insediamenti commerciali di grandi dimensioni, così scongiurando l’aggravio del carico urbanistico del territorio.

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