Amministratori

Progetti di interconnessione tra forze di polizia e Comuni sul tavolo del prefetto

di Paolo Canaparo

Nell'ambito del rafforzamento del sistema di prevenzione territoriale con la più efficace interazione tra forze di polizia e corpi municipali rientra il collegamento degli impianti comunali per il rilevamento dei transiti con la banca dati veicoli rubati del Viminale.
Il Dl 14/2017 («Disposizioni urgenti in materia di sicurezza delle città») ha definitivamente sancito l'utilità di un uso condiviso interforze degli impianti tecnologici e informativi, promuovendo la realizzazione di nuovi impianti comunali (si veda il Quotidiano degli enti locali e della Pa di ieri) e l'interconnessione con le infrastrutture immateriali già in uso dalle Forze di polizia.
Con l'approvazione del pacchetto sicurezza è stata aperta la strada a un’inedita modalità di collaborazione tra forze di polizia dello stato e polizia locale, da realizzare attraverso un uso condiviso e regolato delle informazioni e delle tecnologie. Solo mettendo in stretta relazione gli operatori e tutte le dotazioni preposte in qualche modo alla gestione della sicurezza delle città, infatti, sarà possibile aumentare il contrasto dell'illegalità e dell'insicurezza.
È questo lo spirito con cui è stato previsto il finanziamento statale per l’installazione di nuovi impianti di videosorveglianza, propedeutico all’integrazione di tali sistemi con quello nazionale di rilevazione di targhe e transiti dei veicoli rubati, che ha incontrato evidenti limiti attuativi legati alla circostanza che molti enti locali non hanno un tale impianto sul proprio territorio, con ciò impedendosi, di fatto, l'attivazione di sinergie operative.

L’interconnessione
Nella circolare del 12 gennaio 2018 , il dipartimento di Pubblica sicurezza del Viminale ha indicato come predisporre i sistemi di lettura delle targhe utili al rilevamento dei transiti degli autoveicoli e propedeutici all'eventuale collegamento con il Sistema centralizzato nazionale targhe e transiti (Scntt), che ha tra i numerosi obiettivi:
- realizzare un'unica banca dati per tutti i transiti registrati dei sistemi periferici di videosorveglianza;
- acquisire e distribuire ai sistemi periferici le liste nazionali delle targhe rubate, segnalate agli uffici di polizia e di quelle non revisionate.
I progetti di realizzazione dei sistemi di lettura targhe gestiti dai Comuni devono essere valutati dal Comitato provinciale per l'ordine e la sicurezza pubblica, che ne approva caratteristiche infrastrutturali (ubicazione del sistema centrale e dei dispositivi di lettura targhe sul territorio) ed eventuale interconnessione primaria verso i sistemi di acquisizione dislocati presso gli uffici territoriali della polizia di stato. Ancora una volta, quindi, come per la valutazione dei progetti di nuovi impianti di videosorveglianza un ruolo fondamentale è assunto dal comitato, presieduto dal prefetto, e al quale partecipano tutti i vertici provinciali delle forze di polizia.
Il principio guida è molto semplice, ma difficile a realizzarsi: al tavolo prefettizio dovranno essere prese sempre più decisioni strategiche su come fare sicurezza, con chi e con quali strumentazioni tecnologiche. La sicurezza urbana va gestita necessariamente da tutte le forse di polizia, nel rispetto delle diverse prerogative, mettendo al centro delle scelte e delle strategie territoriali il rappresentante governativo: spetta al prefetto raccordare le diverse esigenze.
Poi, a valle delle valutazioni del comitato, qualora s’intenda procedere all’ulteriore riversamento dei dati acquisiti con i sistemi di lettura targhe nella banca dati del sistema Scntt, dev’essere inoltrata richiesta esplicita al dipartimento della Pubblica sicurezza, corredata dalla documentazione tecnica che descrive le modalità di interconnessione. Una necessaria attenta valutazione a livello centrale, dunque, è parte fondamentale per la più ampia interconnessione tra i sistemi.

La valutazione dei progetti
Considerata la sensibilità dei dati trattati, la circolare Interno ha ritenuto opportuno che in fase di valutazione «dell'architettura dei sistemi» il comitato provinciale per l'ordine e la sicurezza pubblica presti particolare attenzione a due punti.
Innanzitutto, il sistema deve consentire di distinguere i profili autorizzativi delle diverse utenze, per controllare l'insieme di informazioni visibili in base alla competenza istituzionale dell'utilizzatore (forze di polizia a competenza generale, polizie locali o altro). Prima dell'avvio in esercizio del sistema, comunque, è necessario definire formalmente i ruoli e le responsabilità di tutti i soggetti a diverso titolo coinvolti, descrivendo non solo gli obiettivi che si intendono raggiungere, ma anche la gestione operativa, coerentemente con le norme sulla privacy. Per agevolare questi complessi rapporti interforze, il ministero dell’Iinterno ha messo a disposizione degli interessati un modello di protocollo d’intesa.

La sicurezza locale, in conclusione, è intesa come un'azione concentrica di scambio informativo e potenziamento dell'attività di contrasto dell'azione criminale, che mette in condizione tutti gli uomini in divisa di svolgere al meglio il proprio ruolo. Per esempio senza lasciare l’agente di polizia municipale all'oscuro dei pericoli nei quali può incorrere fermando un veicolo rubato, ma ammettendolo a strumenti e finalità previste dal pacchetto sicurezza. È necessario l'avvallo della prefettura, che potrà agevolare le nuove dinamiche sostenendo protocolli, convenzioni, accordi particolari e progetti territoriali.

Per saperne di piùRiproduzione riservata ©