Amministratori

Spiagge sicure, il ministro chiede l’impegno massivo della polizia municipale

di Mimma Amoroso

Siamo in piena estate e l’instancabile ministro Salvini, tra un’apparizione televisiva e un commento sui social network, trova il tempo di passare al Viminale per occuparsi, tra le altre cose, della sicurezza nelle spiagge e nelle località turistiche, posta in stretta correlazione con la presenza di immigrati irregolari (circolare del 6 luglio 2018).
La minaccia, infatti, verrebbe dai vu cumprà , ritenuti responsabili del disordine delle città e del senso di insicurezza degli italiani in vacanza.
Nonostante il ministro si rivolga ai prefetti esortando la promozione di nuove iniziative per il contrasto alla filiera dell’abusivismo commerciale, in coordinamento anche con la Guardia di Finanza, la portata innovativa della nuova direttiva riguarda l’affidamento in prima battuta alle polizie municipali dell’attività di contrasto ai piccoli rivenditori di merce contraffatta che, guarda caso, sono spesso immigrati di cui non è dato sapere se in possesso del permesso di soggiorno.

Le misure di controllo
A questo fenomeno sono connesse le esortazioni del ministro affinché in sede di comitato per l’ordine e sicurezza i Prefetti concordino di: impedire l’accesso e la vendita degli ambulanti abusivi lungo gli arenili e nelle aree adiacenti; intensificare i controlli in occasione di manifestazioni di pubblico spettacolo, fiere e altre occasioni di attrazione del pubblico; intensificare l'attività di controllo sulla presenza di immigrati irregolari per dare immediatamente avvio alla loro espulsione.
Il ministro, quale esempio di buona prassi e cosa insolita per atti generali di questo tipo, allega anche l’accordo raggiunto dal Prefetto di Ravenna con i Comuni e le associazioni del privato sociale per gli interventi sul litorale ravennate.
Solo per inciso, l’auspicato intensificarsi del controllo degli stranieri irregolari per rimandarli nel Paese di origine appare sicuramente velleitario, dato che i posti nei centri di espulsione – ora Cpr – sono ancora poco più di 500, del tutto insufficienti quindi a soddisfare qualsiasi potenziamento dell'attività e che, come più volte evidenziato da molte parti, ciascuna espulsione richiede non solo che a monte vi siano accordi con gli Stati di provenienza (ben pochi, al momento attuale), ma anche costi elevatissimi e risorse di personale non disponibili. Ma non si può mai dire, del resto l'apparato amministrativo si sta da tempo dando da fare per aprire nuovi Cpr (anche in Toscana?), come già previsto oltre un anno fa dal ministro Minniti.

Il coinvolgimento della polizia municipale
La vera novità della direttiva, quindi, è il coinvolgimento della polizia municipale e la promozione di specifiche iniziative di contrasto dell’abusivismo commerciale avvalendosi delle più recenti norme varate e finanziate dal Governo precedente.
Tra queste, il decreto legge 50/2017 consente, tra l'altro, di assumere personale di supporto alla polizia locale a carattere stagionale, a condizione che i relativi oneri siano integralmente a carico di risorse derivanti da contratti di sponsorizzazione e accordi di collaborazione con soggetti privati. A stretto rigore, il limite di questa normativa, è che le risorse aggiuntive attinte dai privati possano essere finalizzate esclusivamente alla fornitura di servizi aggiuntivi rispetto a quelli ordinari, di servizi pubblici non essenziali o di prestazioni verso terzi paganti, non connessi a garanzia di diritti fondamentali, e quindi il ricorso a tali figure professionali, nell'ambito delineato dalla direttiva, che ha proprio il fine di contrasto di un'attività illecita, appare limitato.
Sicuramente, però, soprattutto con il concorso degli esercenti delle attività produttive e commerciali delle località turistiche, si può intensificare la vigilanza – come suggerito dal ministro - sugli accessi alle spiagge o sulla sosta lungo i marciapiedi da parte di ambulanti non autorizzati.

La videosorveglianza
Sempre nella direzione del controllo del territorio, il ministro richiama l'attenzione sui contenuti di un altro provvedimento varato dal precedente Governo, il Dl 14/2017, interamente dedicato alla sicurezza delle città, che promuove intese con i privati (gestori di edilizia residenziale, amministratori di condomini, da imprese, anche individuali, associazioni di categoria ovvero consorzi o comitati comunque denominati all'uopo costituiti fra imprese, professionisti o residenti) per l’installazione – con oneri a loro carico, ma che i Comuni possono dichiarare detraibili - di sistemi di sorveglianza in grado di inviare allarmi automatici a centrali delle forze di polizia o di istituti di vigilanza privata convenzionati.
Il ministro, ancora richiamando il Dl 14/2017, che ha anche introdotto il DASPO urbano, la possibilità, cioè, di impedire l'accesso in aree urbane di particolare interesse come quelle turistiche, a persone che non rispettano i divieti di stazionamento o di occupazione di spazi, esorta anche a prevedere che tra le aree soggette a tali regolamentazioni vengano fatti rientrare non solo quelle di stazioni o aeroporti, ma anche i litorali e le zone maggiormente turistiche.

Ma c'è di più.
Sulla scorta della direttiva del 6 luglio, qualche giorno dopo, il capo di gabinetto del ministro ha diramato una nuova circolare, con la quale si riserva ai Comuni una parte della quota spettante al ministero dell’Interno del Fondo unico giustizia, sempre per il rafforzamento dell'ordinaria attività posta in essere nella lotta alla contraffazione e all'abusivismo commerciale, ovvero all'attivazione di iniziative di carattere straordinario rivolte allo stesso fine, anche con la promozione di campagne d'informazione dei cittadini.
Numerose sono le condizioni poste per l'erogazione di tali risorse a copertura sia di spese correnti, sia di spese di investimento: deve trattarsi di progetti presentati da Comuni non capoluoghi di Provincia; i Comuni devono avere il centro urbano o loro frazioni sulla costa; la popolazione non deve essere superiore a 50mila abitanti, ma con presenze annue nelle strutture ricettive non inferiore a 500 mila; e così via.
L'individuazione dei Comuni che possono beneficiare dei contributi è stata già fatta, sono 72. Ma la cosa che più sorprende è la loro distribuzione: 22 al Nord, 33 al Centro e 17 al Sud, con un evidente squilibrio rispetto alla percentuale di chilometri di costa, che al Sud sono molti di più, e soprattutto rispetto alle esigenze di tutela della sicurezza, che certamente non mancano nel Mezzogiorno. A incidere su tali fattori è sicuramente la percentuale di presenze nelle strutture ricettive, che al sud non vede grosse concentrazioni nei grandi alberghi, ma predilige una distribuzione turistica più diffusa sul territorio, … proprio come l'accoglienza dei migranti !
La difficoltà maggiore, però, è il termine per la presentazione dei progetti, fissato al 18 luglio (si veda il Quotidiano degli enti locali e della Pa del 13 luglio 2018), ed entro il 23 le Prefetture devono trasmetterlo con il parere del Comitato per l'ordine e sicurezza! Insomma, un vero tour de force che potrà essere sostenuto solo da chi il progetto ce l'ha già nel cassetto.
In conclusione, le circolari appena diramate portano a considerare che se è vero che i venditori “porta a porta” (o, meglio, ombrellone a ombrellone) di merce contraffatta alimentano un traffico vastissimo e gravemente dannoso per l'economia, l'erario e la salute dei cittadini, l'attività persecutoria messa in piedi contro la vendita al dettaglio sembra lasciare in second'ordine l'attività di contrasto ai traffici che alimentano tale fenomeno, poiché non fornisce le maggiori risorse per attività di intelligence che forse servono per sconfiggere chi – da sempre, si può dire - produce e distribuisce la merce contraffatta sfruttando i poveri ambulanti traendone grandi profitti.

La circolare del ministro dell’Interno 6 luglio 2018

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