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Contro lo spaccio di stupefacenti nelle piazze Salvini arruola anche Comuni e cittadini

di Paolo Canaparo

Potenziamento del controllo del territorio, in particolare nelle «piazze dello spaccio», più efficace coordinamento tra le forze di polizia, affiancando a quelle a competenza generale la Guardia di finanza e Polizie locali, pianificazione degli interventi, velocizzazione delle espulsioni dei clandestini- spacciatori, ricorso agli specifici strumenti di tutela della sicurezza urbana messi a disposizione delle amministrazioni locali.
Questi gli strumenti richiamati dalla nuova direttiva del ministro dell’Interno Matteo Salvini per contrastare, anche con il supporto di enti locali e cittadini, lo spaccio di sostanze stupefacenti.
Del contrasto allo spaccio di stupefacenti, si è occupato anche il Comitato nazionale dell'ordine e della sicurezza pubblica all’indomani dell’avvio di «Scuole sicure», l’iniziativa di prevenzione delle attività di spaccio nei luoghi più frequestati dagli studenti che ha finanziato 15 progetti dei Comuni con 2,5 milioni di euro.

Rafforzamento del coordinamento delle Forze di polizia
La direttiva prevede un potenziamento dell'azione di contrasto incentrato su alcune linee d'intervento, i cui dettagli operativi saranno specificati con circolare del Capo della Polizia-direttore generale della pubblica sicurezza:
- rafforzamento delle attività info-investigative, finalizzate a individuare le reti dello spaccio e la lotta alle organizzazioni criminali;
- potenziamento dell'attività di controllo del territorio con il concorso delle Polizie locali, so-prattutto nelle aree maggiormente interessate dalla perpetrazione di questi illeciti;
- massimo coordinamento delle Forze di polizia.
Il principale obiettivo è assicurare un forte presidio di sicurezza sul territorio, in particolare nelle «piazze dello spaccio», volta per un verso a prevenirne e contrastarne la diffusione, sino a giungere allo smantellamento, e, per l'altro, a dare dimostrazione visibile alla cittadinanza che non esistono luoghi in cui le azioni illecite possano restare impunite o svolgersi senza che lo Stato manifesti la sua capacità di reazione, con ciò volendo incidere sulla percezione della sicurezza.
A specifiche riunioni del Comitato provinciale per l'ordine e la sicurezza pubblica sono rimesse una previa disamina della diffusione del fenomeno e attivata una ricognizione puntuale delle principali aree di spaccio, soprattutto di quelle che insistono nei luoghi più affollati e di maggiore aggregazione, ovvero in quelli soggetti a maggior degrado.
All'esito di tale ricognizione dovranno essere predisposti specifici piani di intervento, all'interno dei quali andranno definiti i contingenti numerici delle Forze di polizia, nonché della Polizia locale, da destinare in via sistematica alla vigilanza coordinata delle diverse aree individuate.
A tale proposito, nella consapevolezza che le Forze di polizia già normalmente e in autonomia svolgono mirati servizi di contrasto del fenomeno, si evidenzia che i dispositivi di cui alla presente direttiva dovranno essere assolutamente aggiuntivi rispetto a quelli attuati in via ordinaria.

Il supporto di amministrazioni locali e cittadinani
Per l’attuazione, la direttiva invoca il supporto di enti locali e cittadini.
Ai primi, lungi dal limitarsi al solo concorso della Polizia locale nell'attività di controllo del territorio, è chiesta l'adozione nelle aree più esposte a rischio di misure connesse alla sicurezza e alla riqualificazione ambientale: manutenzione dell’illuminazione pubblica, recinzioni di aree verdi o parchi o servizi di vigilanza all'interno di questi, impianti di videosorveglianza (nuove opportunità saranno offerte dalla conversione del Dl 113/2018), promozione di eventi culturali per favorire momenti di aggregazione e maggiore vivibilità dei quartieri.
Valore aggiunto alla prevenzione, inoltre, può derivare dall'osservazione assicurata dai cittadini, specialmente nelle aree più degradate. Da questo punto di vista, la direttiva del ministro dell'Interno richiama la necessità che il coinvolgimento dei privati nelle relative segnalazioni avvenga sempre all'interno di più strutturate forme di collaborazione, da definire e regolamentare in seno agli «accordi di vicinato».
Nel contempo, dovrà essere assicurata la massima speditezza nelle procedure di espulsione dei cittadini stranieri irregolarmente presenti sul territorio nazionale, coinvolti nelle predette attività criminali.

Il ricorso agli strumenti di tutela della sicurezza urbana
Uno dei pilastri del rafforzamento della attività di prevenzione è il ricorso, d'intesa con le amministrazioni locali, agli strumenti messi in campo dal Dl 14/2017, poi potenziati dal Dl sicurezza da poco divenuto legge.
La direttiva, in particolare, richiama l'estensione del Daspo urbano (divieto di accesso in specifiche aree della città), la cui inosservanza è assistita da una specifica sanzione penale; il divieto di accesso negli esercizi pubblici e di stazionamento nelle vicinanze degli stessi per coloro, tra gli altri, che siano stati condannati per reati in materia di stupefacenti; l'attività di collaborazione con le Forze di polizia che potrà essere prestata dai titolari degli esercizi pubblici e dei locali di pub-blico intrattenimento sulla base di specifici accordi stipulati a livello locale; la regolamentazione degli orari di vendita dei prodotti di gastronomia pronti per il consumo. Misure che jhanno rilevanza in quanto utili a garantire la prevenzione dello spaccio di sostanze stupefacenti in ambiti urbani e affollati soprattutto di giovani.

La direttiva

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