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Daspo urbano, il decreto sicurezza ha esteso l’allontanamento a scuole, musei e presisi sanitari

Da Strasburgo viene un sostegno indiretto anche al Daspo urbano, il divieto di accesso introdotto dal Dl 14/2017 per chi ostacola l’accessibilità e la fruizione delle «aree interne delle infrastrutture, fisse e mobili, ferroviarie, aeroportuali, marittime e di trasporto pubblico locale, urbano ed extraurbano, e delle relative pertinenze». Il Dl 113/2018 (il cosiddetto decreto sicurezza), in vigore dal 5 ottobre, lo ha esteso alle «aree urbane su cui insistono presidi sanitari, scuole, plessi scolastici e siti universitari, musei, aree e parchi archeologici, complessi monumentali o altri istituti e luoghi della cultura o comunque interessati da consistenti flussi turistici, nonchè alle aree destinate allo svolgimento di fiere, mercati, pubblici spettacoli ovvero adibite al verde pubblico».

Ma il Daspo urbano può essere irrogato anche dal giudice penale che, con la sentenza di condanna, può condizionare la sospensione della pena principale di natura detentiva al suo rispetto. Ora, in seguito alla sentenza di Strasburgo che ha negato la natura sanzionatoria del Daspo urbano, il cumulo fra i due Daspo diventa possibile: la condanna penale non esclude quindi una successiva irrogazione di un nuovo Daspo da parte del questore, soprattutto in relazione ad altre aree urbane.

Il Daspo urbano è una misura di prevenzione la cui caratteristica è di poter essere emessa, in tempi molto brevi, in relazione a fatti che sono indice di pericolosità, ma non necessariamente integrano reati, oppure che, se lo sono, non vengono perseguiti dalla magistratura con sistematicità e tempestività. La norma non contiene un’elencazione delle condotte per cui può scattare il Daspo urbano: generalmente sono ascrivibili a fenomeni di microcriminalità come accattonaggio molesto, parcheggiatori abusivi, spaccio, risse, furti e danneggiamenti.

In prima battuta è il sindaco a intervenire, con un ordine di allontanamento di 48 ore dai luoghi ove si sono verificate le condotte ostative. In caso di reiterazione, interviene il questore che può disporre il Daspo urbano, se ravvisa un pericolo per la sicurezza urbana. Il provvedimento deve essere motivato e individuare le aree vietate. Non può avere durata superiore a 12 mesi (2 anni se c’è stata condanna con sentenza definitiva, o confermata in appello, negli ultimi 5 anni per un reato contro la persona o il patrimonio) e può riguardare anche i minori.

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