Amministratori

Il «controllo di vicinato» non sostituisce il ruolo del Comune sulla sicurezza

di Paolo Canaparo

Nell’articolato sistema di tutela della sicurezza urbana disegnato dal Dl 113/2018 e declinato dalla direttiva Interno del 18 dicembre scorso, ruolo fondamentale accanto a Sindaci e polizie municipali è riservato a una collaborazione più stretta tra istituzioni e cittadini, che può essere utile a prevenire i reati predatori e la microcriminalità diffusa.
Il riferimento è al «controllo di vicinato» (o «neighbourhood watch») che nasce con l’idea di rafforzare ulteriormente la partecipazione civica e i rapporti dei cittadini con le forze di polizia statali e locali per segnalare i fenomeni locali che turbano l’ordinato vivere civile e generano insicurezza collettiva. Una strategia di tutela della sicurezza urbana che prevede l’auto-organizzazione di residenti per controllare l’area intorno alle proprie abitazioni affiancandosi alla videosorveglianza.

I protocolli d’intesa
Tale modello di vigilanza diffusa potrà essere realizzato dopo la stipula di protocolli d’intesa tra prefetti e Sindaci che ne garantiscano la legalità e la coerenza con i compiti conferiti esclusivamente alle forze di polizia.
Il controllo di vicinato, nato negli Stati Uniti negli anni 60'/ 70' e sbarcato in Europa nel 1982, inizialmente in Italia era stato interpretato come un fenomeno transitorio, generato da molteplici fattori quali l’abbassamento della fiducia verso le istituzioni e la percezione della sicurezza, cui si erano aggiunti gravi episodi di criminalità legittima difesa. Il controllo di vicinato non si affermò allora perchè fu subito associato alle «ronde», mentre successivamente risultati concreti sono arrivati da quando le prefetture hanno iniziato a stipulare i primi protocolli d’intesa con i Comuni per identificare le peculiarità del progetto e l’approccio meramente collaborativo, soprattutto evidenziando gli ambiti operativi dei diversi attori coinvolti (cittadini - forze dell’ordine - Comuni).

L’obiettivo
Finalità del controllo di vicinato è solo aumentare la soglia di attenzione rispetto a eventi “anomali” nelle aree coinvolte dall’iniziativa. Agli abitanti dell’area interessata, infatti, è richiesto di contribuire al controllo del territorio, mostrandosi attenti e consapevoli di ciò che accade intorno a loro e operando insieme per ridurre l’appetibilità degli obiettivi, i furti e tanti altri reati occasionali. Attività di mera osservazione, svolta da gruppi di persone su situazioni anomale che possono generare apprensione e allarme, ovvero su fatti e circostanze che accadono nella propria zona di residenza, come situazioni di degrado urbano, atti vandalici, veicoli e persone sospette.

Il ruolo delle amministrazioni locali
Nel controllo di vicinato i cittadini non si sostituiscono in alcun caso alle forze di polizia che hanno il compito esclusivo di svolgere l’attività di repressione e di ricerca degli autori dei reati. Pertanto, a titolo esemplificativo: non intervengono attivamente in caso di reato, fatte salve le prerogative che la legge riserva a ogni cittadino, non svolgono in alcun modo attività d’indagine, non ferma o controlla personem non può violare la proprietà privata altrui.
Per evitare qualsiasi uso distorto del modello, i Comuni non dovranno limitarsi a stipulare i protocolli con il prefetto, ma dovranno impegnarsi, nella fase attuativa dell’accordo, a monitorare la concreta realizzazione del progetto di controllo di vicinato, a divulgarlo nei rispettivi territori e a promuovere assemblee pubbliche, anche con la partecipazione della polizia municipale, per informare i cittadini delle aree interessate dei contenuti dell’iniziativa e del corretto esercizio dei compiti di vigilanza a essi assegnati. Attraverso l’applicazione del controllo di vicinato, le stesse amministrazioni locali possono individuare le condizioni che influenzano il radicamento e lo sviluppo di fenomeni criminali all’interno del proprio territorio, individuando i «fattori di rischio ambientale» (scarsa illuminazione, accessi vulnerabili, persone sole), raccogliere proposte concrete e operare direttamente per migliorare la percezione della sicurezza, favorire lo sviluppo di una cultura della partecipazione e della collaborazione attiva sui temi della sicurezza urbana.

La revoca della cittadinanza

Per saperne di piùRiproduzione riservata ©