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A Bruxelles il piano italiano per l’energia e il clima, ruolo strategico per Regioni e Comuni

di Alessandro Vitiello

Nel piano nazionale integrato per l’energia e il clima appena proposto a Bruxelles dal governo, decarbonizzazione, economia circolare, efficienza e uso razionale ed equo delle risorse naturali sono obiettivi e strumenti per indirizzare il sistema economico a un maggiore rispetto di persone e ambiente. Una «trasformazione ampia» dell’economia, dunque, che presuppone un approccio integrato sui temi relativi ad ambiente e clima, e punta a una strategia organica e sinergica sulle «cinque dimensione dell’energia».
L’Italia, del resto, è da molto tempo impegnata a diffonderte le rinnovabili e l’efficienza energetica, nell’ottica della riduzione delle emissioni inquinanti e del miglioramento della sicurezza energetica, guardando alle opportunità economiche e occupazionali.
Nell’ultimo decennio, infatti, nonostante la crisi economica, il sostegno alle energie rinnovabili e all’efficienza energetica è molto cresciuto: considerando i soli incentivi coperti dalle tariffe si è passati dai circa 3,5 miliardi del 2009 ai circa 15 del 2017.
Sulla proposta appena inviata alla Commissione europea ci sarà una consultazione pubblica. Quindi sarà sottoposta a valutazione ambientale strategica.

Il ruolo di Regioni ed enti locali
Gli obiettivi generali del piano - è scritto nella proposta - saranno perseguiti adottando, in aggiunta a quelle settoriali, politiche e misure «orizzontali». Tra queste, è espresso il riferimento alla governance, che dovrà garantire coordinamento e azione unitaria nei tempi e nei processi di autorizzazione e realizzazione delle infrastrutture fisiche, nel coordinamento delle attività per la ricerca e l’innovazione e nel monitoraggio degli effetti del piano in termini di riorientamento del sistema produttivo, nonché di costi e benefici.
La trasversalità del piano, infatti, investe i compiti di molte amministrazioni dello Stato e coinvolge le Regioni, i Comuni, l’Autorità di regolazione, con la possibilità di integrare ricercatori, associazioni di imprese e lavoratori.
Importante presupposto per un’efficace ed efficiente governance del piano è «l’ampia condivisione degli obiettivi e l’attivazione e gestione coordinata di politiche e misure», ottenibile attraverso un percorso partecipato che parte appunto dalla consultazione pubblica e dalla valutazione ambientale strategica.

In concreto
E quindi: concertazione con gli enti territoriali per individuare aree idonee per costruire gli impianti, semplificazione di autorizzazioni e procedure per il revamping/repowering di impianti esistenti, riqualificazione energetica degli edifici pubblici, piani urbani per la mobilità sostenibile, rinnovo veicoli pubblici in generale e in particolare quello del trasporto pubblico locale, obbligo di efficientamento delle reti di illuminazione pubblica, sviluppo di sistemi di accumulo distribuiti.

Il piano

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