Amministratori

Miraggio agibilità, vulnerabilità sismica, solai fatiscenti: urgente la messa in sicurezza delle scuole

di Alessandro Vitiello

Quasi il 40% degli edifici scolastici ha bisogno di interventi di manutenzione straordinaria urgente, in oltre l'80% non sono state realizzate indagini per verificare la sicurezza dei solai, oltre il 60% degli istituti non dispone del certificato di agibilità e più del 76% delle amministrazioni non ha effettuato le verifiche di vulnerabilità sismica.
Legambiente usa l'espediente della lettera aperta al Governo, di cui questi dati sono l'incipit, per comunicare l'urgenza della messa in sicurezza di tutti gli edifici per «garantire le stesse possibilità educative agli alunni di tutte le Regioni italiane, perché negli ultimi dieci anni la situazione non è migliorata: la progettazione è troppo lenta e quasi non c'è stato nessun passo avanti in tema di riqualificazione e sostenibilità».

I numeri dell'emergenza
Dai dati forniti dal Miur e quelli raccolti dall'associazione ambientalista nell'indagine sulla qualità dell'edilizia e dei servizi «Ecosistema Scuola», infatti, risulta che ben il 38,8% degli istituti in Italia necessita di interventi urgenti di manutenzione straordinaria sia per eliminare i rischi, sia per adeguarsi alle norme più recenti.
La situazione, tuttavia, non è la stessa lungo tutta la Penisola. Le scuole fuori legge sono il 28,8% di quelle del Nord, il 41,9% quelle del Centro e il 44,8% quelle del Sud. Nelle isole, poi, la situzione è di gran lunga peggiore, essendo il 70,9%: la fotografia di un Paese sostanzialmente senza sviluppo, visto che dieci anni fa, la media nazionale era del 32,8% con una percentuale del 21% che riguardava il Nord, il 26,4% il Centro, il 47,3% il Sud e il 40,8% le Isole.

Il miraggio agibilità e il rischio sismico
Il certificato di agibilità - sempre per Legambiente - oggi è un miraggio per il 61,4% degli istituti, con differenze notevoli tra il 48,8% del Nord e il 69,4% o il 77,3% di Sud e Isole.
Le verifiche di vulnerabilità sismica, poi, sono state fatte solo parzialmente: il 76,2% dei Comuni capoluogo non le ha completate, situazione che riguarda il 73,5% delle amministrazioni dei capoluoghi del Nord, il 71,4% del C entro e il 77,8% del Sud. In nessuna scuola delle isole, infine, è stata fatta. Ciò significa che complessivamente solo il 22,2% dei Comuni capoluogo in aree con rischio sismicità più alto (le aree 1 e 2) ha realizzato le verifiche di vulnerabilità su tutti gli edifici, tra cui anche città molto a rischio come Napoli e Messina.
Controlli blandi (solo nel 18,9% degli edifici) sui principali protagonisti dei crolli e degli incidenti avvenuti nelle scuole negli ultimi anni, cioè i solai. Tali verifiche sono comunque state effettuate nel 24,6% degli istituti del Nord, sui quali sono stati effettuati poi interventi di messa in sicurezza per il 22,3% dei casi, il 24,7% del Centro con conseguente intervento sul 16%, il 6,4% degli istituti del Sud, che ha richiesto la messa in sicurezza per il 58,8% dei casi e il 4,1% degli edifici nelle Isole con il 73,3% degli interventi.
Unica amministrazione italiana ad aver realizzato indagini di vulnerabilità sismica e di sicurezza dei solai in tutti i suoi edifici scolastici è Mantova.

I servizi
L'indagine di Legambiente ha riguardato anche i servizi. Il 74% delle scuole italiane non ha la mensa e nel 57,6% delle scuole non c'è servizio di trasporto per gli alunni disabili (manca al Nord nel 58,3% degli istituti, al Centro nel 55,1%, al Sud nel 57%, nelle Isole nel 60,3%). Le palestre o le strutture per lo sport sono presenti solo nel 40,7% degli istituti.
I progetti educativi, inoltre, sono sempre pochissimi al Sud e nelle Isole: le amministrazioni che finanziano progetti e iniziative rivolte agli under 14 sono il 71%, di cui l'85,3% al Nord, l'81,3% al Centro, il 37,5% al Sud e il 25% nelle Isole. Anche qui spiccano alcun città come Parma e Reggio Emilia.
Molto ancora rimane da fare nel campo della sostenibilità. Solo il 4,6% degli edifici scolastici si trova infatti in classe energetica A, mentre quasi un edificio su tre (29%) è ancora in classe G. In tal senso, Prato vanta tutti gli edifici scolastici nelle prime tre classi energetiche, mentre a Brescia oltre metà degli edifici (55%) sono in classe A. La lotta alle plastiche non riguarda ancora le scuole del Sud e delle Isole, dove le stoviglie in plastica monouso sono utilizzate rispettivamente nel 56,6% e nel 100% dei casi (35% è il dato nazionale).

Che fare?
Sbloccare i fondi disponibili rimasti senza decreto attuativo, come per esempio i Bie-Ceb dai quali possono venire 1,5 miliardi netti per scuole più sicure, nuove ed efficienti, e ripristinare le funzioni di monitoraggio dei cantieri finanziati e il supporto progettuale agli enti locali bloccati con la chiusura della struttura di missione per l'edilizia scolastica.

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