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Cittadinanza al disabile senza giuramento

È discriminatorio l’obbligo imposto allo straniero disabile di giurare per avere la cittadinanza italiana. Se le altre condizioni sono soddisfatte, subordinare lo status a un adempimento che la persona non è in grado di soddisfare, vuol dire ostacolare il suo inserimento nella società e mettere in atto una disparità di trattamento. Lo Stato deve dunque rimuovere la norma (articolo 10 legge sulla cittadinanza 91/1992) in contrasto con l’articolo 3 della Costituzione che garantisce il principio di uguaglianza a prescindere dalle «condizioni personali». Una tutela della Carta scritta per i cittadini ma che vale per tutti quando sono in gioco diritti fondamentali. La Corte costituzionale (sentenza n. 258), ha dichiarato l’illegittimità dell’articolo, che impone il giuramento.

Il caso
La questione sul possibile contrasto con la Carta era stata sollevata dal giudice tutelare del Tribunale di Modena, chiamato a decidere sull’istanza del padre di una ragazza, che aveva tutte le condizioni per essere cittadina italiana, ma non era in grado di giurare, a causa di una grave patologia psichica. Il padre chiedeva di trascrivere comunque il decreto nei registri di stato civile.
Il Tribunale di Modena solleva dubbi di costituzionalità sulla norma censurata e ottiene la conferma della Consulta.

La decisione
I giudici delle leggi ricordano che tra le ragioni che limitano l’uguaglianza c’è certamente la disabilità. Una condizione che la Carta considera assicurando agli “inabili” e ai “minorati” il diritto all’assistenza, all’educazione e alla formazione professionale. Principi attuati dalla legge quadro (104/1992) sui diritti delle persone handicappate, il cui obiettivo, oltre all’assistenza, è l’integrazione sociale. La legge ha segnato un cambio di passo nel modo di vedere e affrontare i problemi dei disabili: non più individuali, ma collettivi. La condizione invalidante è un ostacolo che la Repubblica deve rimuovere (articolo 1) per consentire la massima autonomia e l’esercizio dei diritti fondamentali. Il giuramento “impossibile” per un disabile è una forma di emarginazione sociale che «irragionevolmente esclude il portatore di gravi disabilità dal godimento della cittadinanza, intesa quale condizione generale di appartenenza ad una comunità nazionale». E può inoltre costituire una ulteriore forma di emarginazione anche nei confronti dei familiari che hanno ottenuto lo status. Per questo il disabile che non sia in grado di adempiere al giuramento deve essere esonerato: qualunque sia il tipo di incapacità giuridicamente rilevante.

La sentenza della Corte costituzionale n. 258/2017

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