Amministratori

Istat impegnato nei prossimi censimenti generali e nella lotta alla povertà educativa minorile

di Amedeo Di Filippo

Fitta l'agenda dell'Istat per i prossimi anni, impegnato dai commi 227 e seguenti della legge di bilancio 205/2017 a effettuare una serie di censimenti generali, con modalità disciplinate da appositi piani generali, e a definire parametri e indicatori finalizzati a realizzare specifici interventi educativi volti al contrasto della povertà educativa minorile.

I censimenti e le banche dati
Il comma 227 elenca i censimenti da realizzare: quello della popolazione e delle abitazioni, dal 2018; quello delle imprese, delle istituzioni non profit e delle istituzioni pubbliche, sempre dal 2018; il 7º censimento generale dell'agricoltura nel 2020, che diventerà permanente a partire dal 2021.
Per consentire all'Istituto di statistica di acquisire i dati, il comma 228 inserisce uno specifico obbligo di messa a disposizione in capo ad alcuni enti: gli archivi su lavoratori e pensionati dell'Inps; l'archivio delle comunicazioni obbligatorie del ministero del Lavoro; l'anagrafe nazionale degli studenti; gli archivi sui flussi migratori del ministero dell'Interno; il Sistema informativo integrato di Acquirente unico Spa sui consumi di energia elettrica e gas; gli archivi amministrativi sulle aziende agricole e dati geografici di Agea; l'anagrafe tributaria, gli archivi dei modelli fiscali, il catasto edilizio, terreni e immobili, gli archivi sui contratti di locazione e compravendita dei terreni e degli immobili dell'Agenzia delle entrate. La mancata fornitura dei dati costituisce violazione dell'obbligo di risposta e comporta una sanzione amministrativa pecuniaria nella misura prevista dall'articolo 11 del Dlgs 322/1989.

I piani generali
Le modalità e i tempi di utilizzo delle banche dati saranno stabiliti nei piani generali di censimento, attraverso cui l'Istat definisce la data di riferimento dei dati, gli obiettivi, il campo di osservazione, le metodologie di indagine e le modalità di organizzazione ed esecuzione delle operazioni censuarie, i compiti e gli adempimenti cui sono tenuti gli organi intermedi di rilevazione, le modalità di svolgimento delle procedure sanzionatorie.
I piani generali di definiscono altresì i criteri e le modalità per l'affidamento di fasi della rilevazione censuaria, l'organizzazione degli uffici preposti allo svolgimento delle operazioni, i criteri di determinazione e ripartizione dei contributi agli organi di censimento, le modalità e i tempi di fornitura e utilizzo dei dati da archivi amministrativi e da altre fonti necessarie allo svolgimento delle operazioni censuarie, i soggetti tenuti a fornire i dati richiesti, le misure per la protezione dei dati personali e la tutela del segreto statistico, le modalità di diffusione e comunicazione dei dati.
Nei piani saranno inoltre definite, d'intesa con il Viminale, le modalità di restituzione ai comuni delle informazioni raccolte nell'ambito del censimento, necessarie ai fini della revisione delle anagrafi della popolazione residente. I relativi risultati serviranno per determinare – tramite Dpr – la popolazione legale. Sempre ai Piani sono rinviate le decisioni circa le modalità di utilizzo del contributo forfettario erogato dall'Istat finalizzato a far fronte alle esigenze connesse all'esecuzione dei censimenti in favore degli enti e degli organismi pubblici impegnati (5 milioni per il 2018, 46,8 per ciascuno degli anni 2019 e 2020, 51,8 per il 2021, 26,8 annui a decorrere dal 2022).

Povertà educativa
Il comma 230 affida all'Istat il compito di definire, tenendo conto dei dati raccolti per i censimenti, i parametri e gli indicatori misurabili al fine di realizzare specifici interventi educativi urgenti volti al contrasto della povertà educativa minorile nel territorio nazionale. L'obiettivo è quello di individuare le zone oggetto di intervento prioritario.
L'intervento serve anche per dare continuità al Fondo per il contrasto della povertà educativa minorile, istituito in via sperimentale per gli anni 2016, 2017 e 2018 e alimentato dai versamenti effettuati dalle Fondazioni di origine bancaria, che hanno messo a disposizione circa 120 milioni di euro l'anno. Istituito ad opera del comma 392 della legge di stabilità 208/2015, il Fondo è stato reso operativo tramite un protocollo d'intesa firmato tra il Governo e le Fondazioni, che destina le risorse a interventi sperimentali finalizzati a rimuovere gli ostacoli di natura economica, sociale e culturale che impediscono la piena fruizione dei processi educativi da parte dei minori. Si avvale di una governance affidata a un comitato di indirizzo strategico composto pariteticamente da rappresentanti di Governo, Fondazioni bancarie e Forum nazionale del terzo settore.

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