Amministratori

Vincoli di finanza pubblica, bisogna potenziare monitoraggio e coordinamento dei conti pubblici

di Daniela Ghiandoni e Elena Masini

La circolare RgS n. 5/2020 mette pace nel mondo degli enti locali in un periodo così difficile per il paese, facendosi carico del monitoraggio e della verifica del rispetto dei vincoli di finanza pubblica previsti dalla legge 243/2012 (si veda Il Quotidiano degli enti locali e della Pa del 10 marzo). In questo modo gli enti potranno programmare e avviare gli investimenti facendo anche ricorso al debito, senza doversi più preoccupare del rispetto del pareggio di bilancio, così come previsto in passato. Passata l'euforia, tuttavia, occorre riflettere sulle condizioni che hanno permesso alla Ragioneria di assumere tale posizione, per capire come si dovrà procedere da qui ai prossimi mesi.

L'andamento dei conti pubblici degli enti territoriali
La RgS ha dato il via libera all'assunzione di mutui da parte degli enti locali per il 2020 sull'assunto che, dall'analisi dei bilanci 2019-2021 trasmessi a Bdap, le previsioni relative agli esercizi 2020-2021 rispettano ex ante il saldo di finanza pubblica a livello di comparto (entrate finali > alle spese finali, senza considerare avanzo, Fondo pluriennale vincolato e indebitamento). Qualora a consuntivo (2019), ex post quindi, dovesse emergere uno scostamento dal pareggio di bilancio, la stessa RGS imporrà al comparto regionale interessato dallo scostamento di adottare misure di rientro. A quel punto la regione e tutti gli enti locali interessati saranno chiamati ad adottare misure idonee a recuperare lo sforamento nel triennio successivo, senza più meccanismi sanzionatori a carico del singolo ente. Questo approccio risulta tanto più efficace quanto più il sistema di monitoraggio risulterà tempestivo. La RgS ha basato le sue valutazioni sui bilanci di previsione 2019-2021 ma mancano all'appello i rendiconti 2019 e i nuovi bilanci di previsione, il cui termine slittato al 30 di aprile, sarà forse destinato a subire un nuovo differimento a causa dell'emergenza coronavirus. L'acquisizione dei dati della previsione dell'esercizio in corso risulterà sempre tardiva rispetto alle esigenze di coordinamento della finanza pubblica. Inoltre, la scelta del legislatore di non richiedere l'invio a Bdap delle variazioni al bilancio di previsione, sebbene dettata dall'esigenza di semplificare gli adempimenti in fase di avvio, preclude la possibilità di ottenere in tempo quasi reale le previsioni aggiornate di bilancio degli enti.

Potenziamento del monitoraggio e coordinamento dei conti pubblici
Siamo consapevoli di come, purtroppo, la programmazione degli enti sia ancora carente sotto il profilo dell'attendibilità, soprattutto per quanto riguarda il secondo e terzo esercizio della previsione. Molti enti inseriscono nella propria previsione di bilancio il ricorso a mutui, in attesa di sostituire tale fonte di finanziamento con avanzo o contributi pubblici, altri invece inseriscono tale previsione solo in variazione, a seguito del mutare delle esigenze o della necessità di cofinanziare opere per le quali si è ricevuto un contributo. Vi è chi, infine, non accende i mutui previsti in bilancio, lasciando decadere le previsioni. Per non parlare poi della gestione del fondo pluriennale vincolato (che come noto non rileva ai fini statistici europei per il calcolo del pareggio e del deficit), ancora poco gestito a livello previsionale e creato solo in sede di rendiconto. La fotografia del bilancio iniziale, quindi, rischia di essere molto diversa dalla situazione a consuntivo e questo rappresenta sicuramente un limite del meccanismo pensato dalla RgS, su cui occorrerà riflettere. In questo momento storico del paese che, appena superata la fase emergenziale, sarà chiamato a ridare impulso all'economia attraverso anche un significativo rilancio degli investimenti, è fondamentale disporre di basi certe su cui operare e compiere le scelte per il futuro, senza doversi accorgere, nell'esercizio successivo, che vi è stato uno sforamento dei vincoli di finanza pubblica con conseguente obbligo di rientro. Certamente la flessibilità concessa dall'Unione europea dai parametri di Maastricht per le situazioni eccezionali quale quella che stiamo vivendo sarà di forte aiuto in questo senso, ma riteniamo sia necessario anche attivare misure volte a consentire ai territori di gestire le risorse e programmare il ricorso al debito senza correre il rischio di ricevere brutte sorprese.
A questo scopo potrebbe risultare utile:
• introdurre l'obbligo di invio a Bdap delle variazioni di bilancio, così da migliorare l'aggiornamento del sistema informativo;
• attivare una cabina di regia tra il ministero e le regioni, con lo scopo di monitorare l'andamento dei saldi di finanza pubblica e il ricorso al debito dei singoli comparti regionali. Le regioni potrebbero fungere, a loro volta, da coordinatori degli enti locali dei propri territori, così da gestire in maniera ordinata il ricorso al debito, sfruttando le esperienze dei patti di solidarietà già testate in passato;
• considerato che la maggior parte dei mutui contratti dagli enti locali avviene per il tramite di Cassa depositi e prestiti spa e l'Istituto per il credito sportivo, richiedere a tali soggetti la trasmissione periodica dello stock di mutui contratti dagli enti, per verificare la loro coerenza con le previsioni di bilancio.
Ricordiamo infine che l'assunzione di indebitamento dovrebbe essere anche agevolata dall'applicazione delle nuove norme sulla ristrutturazione del debito introdotte con la legge di bilancio 2020 (articolo 1, comma 557, legge 160/2019 e articolo 39 Dl 162/2019) che prevedono una maxioperazione di rinegoziazione dei mutui con conseguente accollo delle rate da parte dello Stato, che avrà la capacità di sfruttare le economie di scala e un maggior potere contrattuale.

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