Amministratori

Per le Province squilibrio certificato da 650 milioni

Nella «battaglia per la sopravvivenza» lanciata dalle Province ieri è stato il giorno degli ultimi proclami, con l’appello al governo lanciato dal presidente dell’Upi Achille Variati (sindaco di Vicenza e presidente della Provincia) presentando la settimana di mobilitazione nazionale «a difesa dei diritti e della sicurezza delle comunità e dei territori». Per chi guarda ai numeri più che alla politica, invece, ieri è stato il giorno della certificazione ufficiale del problema: la Sose, vale a dire la società del ministero dell’Economia che oltre agli studi di settore calcola il prezzo giusto (i «fabbisogni standard») delle funzioni fondamentali degli enti locali, ha certificato i numeri del problema: tra le entrate garantite e le spese necessarie alle funzioni che ancora rimangono nelle Province alleggerite dalla riforma c’è una distanza da 651,5 milioni di euro. Risorse che mancano, prima di tutto, per la messa in sicurezza e la manutenzione dei 130mila chilometri di strade provinciali e per la gestione dei 5.100 edifici scolastici.
Un primo aiuto, che ha dimezzato lo squilibrio originario da 1,3 miliardi, è arrivato con la distribuzione del «fondone» messo in campo dall’ultima manovra per tutti gli enti territoriali. Una seconda mossa è stata realizzata con lo sblocco di 700 milioni (per tutti gli enti locali, Comuni compresi) appena varato dalla Ragioneria generale per le spese in conto capitale (si veda Il Quotidiano degli enti locali e della Pa di mercoledì scorso).

Il nuovo decreto enti locali
L’appuntamento decisivo è però quello con il nuovo decreto enti locali, che dovrebbe arrivare in consiglio dei ministri venerdì prossimo. Proprio in vista di quel provvedimento i presidenti di Provincia sono tornati a chiedere altri 650 milioni, annunciando esposti cautelativi a tutte le procure (molti enti li hanno già presentati nelle scorse settimane) ed eventi pubblici sui territori in vista di una manifestazione nazionale a Roma se mancheranno risposte.

Il quadro di finanza pubblica
Le risposte, però, sono condizionate da un quadro di finanza pubblica che non lascia molti spazi, stretto com’è fra le tante richieste di finanziamento e l’obbligo Ue di varare entro aprile una manovra correttiva da 3,4 miliardi. In pista, per ora, ci sono quindi mini interventi, che in tutto potrebbero portare alle Province tra i 150 e i 200 milioni (anche attraverso una replica dei 100 milioni di fondi Anas già girati agli enti lo scorso anno). Intanto è alle porte il 31 marzo, data entro la quale anche le Province dovrebbero chiudere bilanci oggi più ricchi di incognite che di risposte. Una consolazione, magra, per gli amministratori arriva però dal fatto che non c’è il rischio di commissariamenti a catena, perché un buco normativo non ha esteso alle “nuove” Province le sanzioni classiche per gli altri enti locali che restano senza bilanci.

I dati della Sose

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