Appalti

Il Piano cultura futuro urbano mette al centro arte e letteratura per trasformare le periferie

di Alessandro Vitiello

Mettere la cultura «al centro delle periferie». È con questo ossimoro che può essere sintetizzata l'idea base del Piano cultura futuro urbano appena presentato dal Mibact, un programma intersettoriale che si propone di recuperare e destinare a diverse attività culturali edifici e altri spazi pubblici nelle aree decentrate di Città metropolitane e Comuni capoluogo di Provincia. Eppoi stimolare la realizzazione di progetti, attività culturali e creative innovative facendo leva su azione collettiva e collaborazione civica da raccordare in forme di partenariato pubblico-comunità, anche sperimentali.
Ciò puntando a quattro obiettivi: incrementare l'offerta di servizi e funzioni culturali nelle periferie; inventare nuove opportunità di lavoro; stimolare la produzione artistica e l'organizzazione di attività culturali (e artistiche); connettere istituzioni pubbliche e soggetti privati in una sorta di «intelligenza collettiva e collaborativa» potenzialmente in grado di aumetare il benessere dei cittadini promuovendo parallelamente il progresso sociale e quello economico nei quartieri periferici.

Come
Lo strumento individuato per raggiungere gli obiettivi è appunto il partenariato pubblico privato e terzo settore. Cinque i criteri guida raccomandati per ideare, pianificare e gestire i progetti localmente: verificare attraverso i diversi paramentri disponibili l'effettiva marginalità dei territori nei quali si realizzerà l'intervento; scrivere bandi pubblici realmente in grado di selezionare le governance dei progetti; valutare ossia stabilire criteri e parametri per la selezione; montoraggio per valutare l'impatto degli interventi sul territorio; comunicare «sempre e comunque».
I progetti potranno essere presentati fino alle 12:00 de 5 luglio 2019 (termine iniziale 7 maggio), corredati da tutti gli allegati richiesti dai bandi.

Azioni e risorse
Per il piano sono stati stanziati complessivamente 25 milioni fino al 2021, a valere sul programma di interventi articolo 1, comma 140, della legge 232/2016, che saranno spalmati sulle tre azioni specifiche che, come detto, puntano a incrementare, innovare e migliorare servizi e funzioni culturali nelle scuole e nelle biblioteche dei quartieri periferici, anche recuperando opere pubbliche rimaste incompiute.
Già emanati i bandi per due delle tre azioni del piano.
Con il bando « Scuola: attiva la cultura » saranno finnaziati progetti che coinvolgano gli abitanti di quartieri complessi grazie all'apertura fuori orario delle scuole. In particolare, che mirano a diversificare e ampliare l'offerta culturale, anche in collaborazione con i partner - istituzioni pubbliche, soggetti privati locali, istituzioni cognitive, società civile organizzata, artisti e creativi – nelle aree prioritarie e complesse delle Città metropolitane e dei capoluoghi di Provincia.
Quindi laboratori, co-working e altri spazi collaborativi per la produzione culturale e creativa, mostre temporanee, rassegne/opere cinematografiche, altri prodotti, progetti, attività culturali e creative innovative; opere d'arte, anche temporanee, che contribuiscano a far emergere, con il coinvolgimento degli abitanti, una caratteristica identitaria dei quartieri prioritari e complessi contribuendo alla loro rigenerazione; land art, ovvero opere artistiche del paesaggio naturale e urbano: parchi, spazi verdi, aree agricole urbane, altri beni urbani ambientali come fiumi o laghi (anche artificiali), trasformandoli in vario modo, anche in maniera effimera; opere, infine, che combinano arte e scienza.
Con il secondo bando «Biblioteca casa di quartiere» saranno supportati progetti di residenzialità/ospitalità nelle biblioteche a favore di attività culturali e creative innovative che offrano opportunità ad artisti, creativi e professionisti della cultura e della creatività di esprimersi coinvolgendo o stimolando la fruizione degli spazi e delle attività da parte degli abitanti dei quartieri prioritari e complessi.
Attività incentrate sulla promozione del dialogo intergenerazionale, interculturale, sociale, sulla valorizzazione delle pluralità e diversità delle comunità locali, sull'inclusione e coesione sociale. Anche attraverso format innovativi per la fruizione di libri, letture di poesie, presentazione di libri, spettacoli musicali o teatrali, danza, arti performative.

Completati per la cultura
Il bando che manca è probabilmente quello per l'azione più difficile da realizzare: «Completati per la cultura», che selezionerà in tutto il Paese opere pubbliche rimaste incompiute, che saranno completate destinandole a fini culturali per le comunità locali.
Le istituzioni pubbliche interessate potranno proporre progetti, anche in partenariato come per le altre due azioni, e i finanziamenti concessi varieranno in base alla natura dei progetti, alla qualità della programmazione culturale e all'impatto che l'opera avrà sulle comunità.
A febbraio scorso è stato sottoscritto un accordo di collaborazione con il ministero delle Infrastrutture che raccoglie l'anagrafe delle opere incompiute.
Le procedure saranno avviate a ottobre prossimo, una volta terminate le procedure.

Scuola attiva la cultura

Biblioteca casa di quartiere

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