Appalti

Istituti tecnici superiori: sbloccati 32 milioni per le Regioni - Intervista al ministro Bussetti

La lunga attesa è finita. Il decreto ministeriale che assegna agli Its i 10 milioni aggiuntivi previsti dalla manovra 2018 ma mai stanziati è stato “scongelato”. L’annuncio lo dà al Sole 24 Ore del Lunedì lo stesso ministro dell’Istruzione, Marco Bussetti. «L’ho firmato in queste ore. Con largo anticipo rispetto al termine che la legge fissava a settembre. Le Regioni avranno 32 milioni di euro da destinare al fondo per il finanziamento degli Istituti tecnici superiori. Di questi 22 potranno essere erogati subito, mentre la quota rimanente sarà utilizzata a titolo di premialità».

A che cosa serviranno?

Più risorse e disponibili prima vuol dire garantire una maggiore offerta formativa per i nostri giovani, programmata per tempo. Abbiamo voluto fare in fretta perché sosteniamo convintamente i percorsi Its: il nostro Paese ha bisogno di tecnici qualificati in grado di inserirsi nei settori strategici del sistema economico-produttivo.

Rivedrete anche la governance per rafforzare il ruolo delle imprese?

La loro partecipazione nella governance è fondamentale. Dal monitoraggio che abbiamo svolto quest’anno, emerge che già adesso è pari al 37,4% nel partenariato delle fondazioni Its. Proprio in questi giorni stiamo stipulando un Protocollo con Confindustria, perché crediamo sia importante potenziare la sinergia con il mondo produttivo. Una delle priorità di questo Governo è costruire percorsi di sviluppo e progresso per il nostro Paese a partire dal nostro straordinario capitale umano. In altre parole, vogliamo creare un legame più stretto tra mondo dell’istruzione e della formazione e imprese, per far sì che l’innovazione si traduca in produttività, occupazione, crescita.

Dal monitoraggio emerge però che un Its su 4 non è all’altezza del compito. Come interverrete?

I monitoraggi sono utili perché consentono di intervenire strategicamente, per obiettivi precisi. E da quello effettuato, in realtà non emergono dati allarmanti, anzi: dei 139 percorsi monitorati nel 2019 solo 14 risultano problematici. Per questi sono previste azioni specifiche di supporto, in un’ottica di miglioramento progressivo, anche integrando atti di programmazione regionale. Ci sarebbero poi 19 percorsi critici e per questi valuteremo gli interventi opportuni in base all’accordo in Conferenza Unificata del 2015. Sicuramente, come previsto dalla legge di bilancio 2019, avvieremo un processo di ridefinizione degli standard organizzativi delle strutture e dei percorsi degli Its.

Nonostante i tassi di occupazione al top gli iscritti restano pochi: 12mila contro gli 800mila della Germania?

La Germania ha una tradizione differente in questo ambito e fare paragoni può essere fuorviante. Ma è indubbiamente è un settore che nel nostro paese va potenziato. Gli Its sono relativamente giovani, sono nati 10 anni fa. Ma il numero degli iscritti aumenta di anno in anno. E questo dipende dall’alto livello dell’offerta. Ma anche dall’attività di orientamento: per questa sono stati investiti oltre 370mila euro, quasi il doppio rispetto allo scorso anno. Inoltre, grazie alle risorse liberate con il decreto di cui parlavamo prima, saranno circa 3.000 i giovani in più che, terminata le superiori, potranno accedere agli Its. Ripeto: il nostro obiettivo è far sì che ciascun giovane trovi la propria strada.

Si supererà la concorrenza reciproca tra Its e lauree professionalizzanti che non serve a nessuno?

Dobbiamo definire un sistema integrato e farlo funzionare al meglio. L’obiettivo deve essere strutturare percorsi di qualità rispondenti alle esigenze degli studenti e dei territori. Non costruire poltrone. Creare condizioni di lavoro in sinergia e maggiori collaborazioni. Non sovrapposizioni. Stiamo approfondendo la questione e interverremo nella maniera più opportuna. In modo tale da non disperdere risorse e da raggiungere risultati significativi.

Per saperne di piùRiproduzione riservata ©