Appalti

Acea e Hera, cresce la redditività A2A conferma i target

Giornata di trimestrali, ieri, per le grandi multiutility italiane, A2A, Hera e Acea, ad eccezione di Iren che aveva già diffuso i conti lunedì. Il periodo tra gennaio e marzo – va ricordato - è stato caratterizzato, peraltro, da alcuni elementi esterni (in particolare climatici) che hanno penalizzato i gruppi più esposti sul fronte della generazione elettrica.

Nel dettaglio, Acea ha registrato un mol di 248 milioni (+8% rispetto al primo trimestre 2018) e un utile netto pari a 76 milioni (-2% rispetto allo stesso periodo dell'anno scorso che aveva beneficiato di un provento straordinario di 9 milioni) , a fronte di ricavi in aumento del 10% a 823 milioni. Confermata la guidance sul 2019, ovvero l'aumento del mol tra il 5% ed il 6%. «Anzi, potremmo fare meglio”, ha sottolineato il Cfo, Giuseppe Gola, evidenziando che il gruppo (-1% ieri a Piazza Affari) è in trattative avanzate per acquisizioni nella filiera ambientale e che potrebbe centrare in anticipo il target di 50 MW di fotovoltaico al 2021.

Hera, invece, ha archiviato il primo trimestre con un utile netto in rialzo a 129,7 milioni, in aumento del 3% rispetto allo stesso periodo dell'anno scorso. Nel periodo i ricavi sono lievitati a 1,94 miliardi (+11,4%) grazie alla «crescita delle attività di trading, nella produzione di energia elettrica e nel trattamento rifiuti, nonché ai maggiori ricavi e ai maggiori volumi nella vendita di gas ed energia elettrica». Il margine operativo lordo è arrivato a 330,8 milioni (+2,5%) mentre la posizione finanziaria netta risulta pari a 2,622 miliardi a fine marzo (contro i 2,585 miliardi della fine del 2018). La multiutility bolognese, inoltre, ha sottolineato la propria solida base clienti energetici, arrivati a 2,6 milioni, e come sia proiettata sia sulla crescita organica sia nello sviluppo per linee esterne, “sempre pronta a cogliere le opportunità offerte dal mercato anche grazie alla propria solidità finanziaria”. Il titolo ha chiuso a Piazza Affari in rialzo dello 0,3%.

Infine A2A, che ieri in Borsa ha avuto la performance migliore tra tutte le multitutility (+2,9%) nonostante la sua trimestrale – come ha sottolineato il Ceo, Valerio Camerano - abbia scontato alcuni fattori esogeni, tra cui il «il venir meno del contributo dei certificati verdi (che valevano 100 milioni su tutto il mol 2018) e gli anomali cambiamenti climatici». Così, a fronte di un aumento dei ricavi del 16,4% a 2,11 miliardi, la multiutility lombarda ha registrato un mol in calo del 20% a 328 milioni e un utile netto di gruppo pari a 104 milioni (-40%). Gli investimenti sono aumentati del 43% a 109 milioni. Il management, in ogni caso, ha confermato la guidance 2019, cioè un margine operativo lordo atteso tra 1.155 e 1.185 milioni di euro (inclusi 25 milioni di euro di partite positive di reddito non ricorrenti) e una redditività netta attesa tra 300 e 330 milioni di euro. A2A partecipa alle gare per Ascopiave e per Sorgenia perchè li «consideriamo entrambe funzionali alla nostra strategia industriale. Non abbiamo limitazioni di risorse a livello di gruppo», ha precisato il Ceo Camerano.

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