Appalti

Con la «nuova» Autobrennero debutta il pedaggio ambientale

Debutterà sull’autostrada A22 del Brennero il nuovo metodo per fissare i pedaggi, ancorando i rincari agli investimenti effettivi e spingendo il gestore a cercare l’efficienza nei costi (price cap). Altra novità assoluta è l’introduzione di una parte “ambientale” nella tariffa, che però arriverà solo in un secondo momento. Tutto ciò con la nuova concessione trentennale per la gestione dell’autostrada, approvata dal Cipe l’altro ieri, che prevede pure 4,1 miliardi di investimenti.

La concessione precedente, detenuta dall’attuale Autobrennero, è scaduta nel 2014. La nuova andrà alla nuova società BrennerCorridor, che deve essere interamente pubblica (la maggioranza è degli enti locali del Trentino-Alto Adige) e si trova al centro di una complicata partita con altre autostrade (si veda la scheda a destra).

Mentre ad Autobrennero dovrebbe restare la futura Campogalliano-Sassuolo, BrennerCorridor gestirà l’attuale A22 con le nuove regole, delineate dal Dl 148/2017 solo per le nuove concessioni. Lo scorso autunno il decreto Genova (Dl 109/2018) ha esteso il modello alle concessioni in corso.

Le nuove regole riporteranno a valori di mercato (7%) la redditività della gestione autostradale, il cui Tir (Tasso interno di rendimento) oggi è sul 24%. Alla luce di questo, non pare casuale se c’è stata fino all’ultimo una serrata trattativa fra il ministero delle Infrastrutture e gli enti locali. Senza esclusione di colpi come l’inserimento nella bozza di Pef (piano economico finanziario) redatta lo scorso marzo di «inediti impegni finanziari» e stime ridotte del traffico futuro, come si fa di solito per spuntare tariffe più alte.

Un’anomalia segnalata dall’Art (Autorità di regolazione dei trasporti), che nei suoi pareri ha evidenziato altri punti critici per riequilibrare il rapporto tra concedente (e quindi anche utenti) e concessionario. La nuova concessione dovrebbe anche sbloccare il “tesoretto” accumulato da Autobrennero con le maggiorazioni tariffarie, destinato a finanziare il tunnel ferroviario e finora rimasto nelle casse locali: ora si prevede che di qui usciranno 1,7 miliardi in 30 anni.

Arriverà un’altra maggiorazione, di natura ecologica, ammessa dal Dlgs 7/2010 per tratti montani con problemi ambientali. Finanzierà il potenziamento del resto della ferrovia e tre interporti. Non è ancora possibile capire come verrà modulata tra i vari tipi di veicolo, anche perché si dovrà mettere a punto un sistema per riconoscerne automaticamente le caratteristiche di emissioni.

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