Appalti

Iren punta all’M&A - In pista per Sorgenia

«Iren ha una struttura finanziaria che oggi le permette di affrontare operazioni straordinarie di una certa dimensione, a partire da Sorgenia e da Cva». A pochi giorni dalla semestrale, il Ceo Massimiliano Bianco – confermato a fine maggio dall'assemblea dei soci per un altro triennio – annuncia il cambio di passo per la multiutility controllata dai Comuni di Genova, Torino e Reggio Emilia. Lo richiede anche lo scenario energetico nazionale, sempre più sfidante, che prevede tra l'altro nel luglio del 2020 la liberalizzazione completa del mercato di elettricità e gas. «Noi siamo pronti, il nuovo board è compatto e l'armonia tra i soci si traduce in un pieno sostegno al disegno di sviluppo dell'azienda», sottolinea Bianco, che rimarca a Radiocor come l'obiettivo, in prospettiva, è anche rafforzare la leadership nella filiera ambientale (annunciata ieri l'acquisizione di Territorio e Risorse in Piemonte, ndr) e nella sostenibilità, «che ci ha permesso di migliorare la visibilità sui mercati internazionali, emettendo due green bond per oltre 1 miliardo».

Lei è alla guida di Iren da quattro anni. Come vede il futuro di medio periodo per la società?
Dalla fine dell'anno scorso è iniziata la fase due. Dopo tre anni dedicati alla razionalizzazione, in cui non sono comunque mancate acquisizioni mirate, oggi siamo focalizzati sullo sviluppo e sul miglioramento della redditività. L'aggiornamento del piano a inizio autunno sarà coerente con questa strategia, che vede rilancio degli investimenti su tutte le filiere, perseguendo M&A di piccola taglia e digitalizzazione dei processi: i risultati si vedranno nel medio periodo. In vista del business plan stiamo anche ragionando sul nuovo capacity market, la remunerazione degli impianti termoelettrici per la flessibilità garantita al sistema, che è ormai in dirittura d'arrivo e potrebbe darci alcuni benefici, oggi non computati. In ogni caso, Iren non cambierà la propria natura di multiutility che pone al centro il cliente ma diversamente dal passato, grazie al percorso di risanamento realizzato (il 2018 si è chiuso con una posizione finanziaria netta di 2,45 miliardi, 2,5 volte circa l'Ebitda, ndr), oggi può guardare a operazioni di dimensioni significative che nascono da opportunità di mercato.

Tra queste c'è il big dell'idroelettrico Cva, per cui avete manifestato interesse alla Regione Valle D'Aosta.
Abbiamo messo sul tavolo un'ipotesi industriale molto solida: la creazione di una joint venture paritetica basata sulle rinnovabili che può creare un campione nazionale imperniato sulle dighe di Piemonte e Valle d'Aosta. Al momento non ci sono evoluzioni ma siamo confidenti che verrà svolto un esame molto attento. Iren si propone come partner industriale, che consoliderebbe l'investimento nel contesto di una governance concordata con la Regione.

Un altro dossier su cui vi state muovendo è Sorgenia.
Siamo fortemente interessati. Riteniamo di essere un candidato italiano credibile, anche perché la nostra offerta è completa e non prevede alcun spezzatino. Sorgenia, che ha svolto un eccellente percorso di ristrutturazione strategica e industriale, potrebbe essere complementare con il nostro disegno industriale. Hanno una gestione efficiente del parco di generazione termoelettrico e una base clienti full digital: sono entrambi punti di forza in comune con Iren che saranno cruciali nei prossimi anni. Tra noi e loro il fit sarebbe perfetto, per questo confidiamo di potere approfondire il dossier nei prossimi mesi.

A proposito di clienti, le ultime operazioni – per esempio tra Hera e Ascopiave – hanno visto valutazioni molto alte. Qual è la vostra strategia?
Abbiamo un target al 2023 di 2 milioni di clienti, oggi siamo a 1,8 milioni e dunque in linea. Non abbiamo messo a piano la liberalizzazione del mercato, prevista per l'anno prossimo, che potrebbe darci una spinta in più. È indubbio che sul mercato oggi ci sia un'iper valutazione del cliente, la cui giustificazione non può arrivare solo da attese di redditività ma anche dalla volontà di alcuni operatori di conquistare un posizionamento strategico di lungo termine. Poi c'è anche il tema dell'evoluzione della tipologia di clienti, che – nel caso di Iren oltre il 5% - non sono più legati alla commodity energetica ma a una serie di servizi a valore aggiunto.

Avete deciso se esercitare il diritto di covendita a First State sul 49% del rigassificatore Olt?
Abbiamo tempo fino a settembre. Non è un asset strategico ma ha prospettive interessanti.

Per saperne di piùRiproduzione riservata ©