Appalti

Musei statali, leva strategica per la crescita del Paese

di Alessandro Vitiello

Quanto vale la cultura in Italia? Difficile dirlo, perché alla domanda si possono dare molte risposte differenti, a seconda dei beni e delle attività che si decida di ricomprendere nell'insieme considerato. Scegliendo un approccio integrato che ha preso in esame quattro ambiti, economico, sociale, culturale e ambientale, un'analisi sviluppata da Boston Consulting Group in collaborazione con il Mibact intitolata «Cultura: leva strategica per la crescita del Paese», presentata ieri a Roma, ha valutato l'impatto dei 358 musei statali sul nostro Pil.

I numeri
I dati parlano chiaro. Nel 2018 sono stati 53 milioni i visitatori dei 32 musei autonomi e dei 326 afferenti ai poli regionali, generando proventi per circa 280 milioni. I turisti culturali, vale a dire quelli che si sono spostati specificamente per visitare uno dei musei statali, sono stati 24 milioni. Sul fronte occupazione, poi, sono poco meno di 120mila i lavoratori impegnati tra diretti e indiretti, pari al 7% dei posti complessivi nel settore del turismo e dei servizi ricettivi.
L'indagine, tuttavia (e questa è forse l'informazione più interessante), dice che è ancora parecchio il potenziale inespresso, prevedendo una crescita esponenziale del comparto che nei prossimi 7 anni potrebbe aggregare un Pil da 40 miliardi, con proventi da visitatori a un miliardo, per 200mila posti di lavoro. Va detto, infatti, che 104 musei anche'essi statali, ma non calcolati nell'analisi della Boston consultant, afferiscono alle Soprintendenze perché non sono compresi nel perimetro della direzione generale del Mibact. Complessivamente, comunque, i musei in Italia sono circa 5mila.

La mappa
La distribuzione geografica dei musei nel Paese per una volta non segue le solite logiche Nord-Sud, mettendo in risalto la leadership di tre sole Regioni del Centro-Sud, i cui poli culturali attraggono l'83% dei visitatori: Lazio (24,7 milioni), Campania (11,6 milioni) e Toscana (7,5 milioni). Stesso podio se si considera esclusivamente il dato numerico: 56 nel lazio, 55 in Toscana e 35 in Campania. Seguono Emilia Romagna con 29 e Veneto con 21 musei.
Altrettanto interessanti sono gli «effetti collaterali»: 7 milioni gli studenti in visita, 3 milioni le persone impegnate nelle attività didattiche, 24 milioni i turisti attratti, 117mila i posti di lavoro. Nel confronto con le migliori esperienze a livello internazionale, infine, la certificazione di alcuni nostri ritardi può esser letta positivamente, perché per esempio, se la media ricavi dei servizi aggiuntivi per visitatore in Italia è tra due e sette euro e all'estero invece si attesta tra i deci e i venti, vallora è facile comprendere che gli spazi disponibili ancora da valorizzare sono notevoli.

I commenti
Esplicito il ministro per i Beni e le attività culturali e per il turismo, Dario Franceschini: «Oggi più che mai è fondamentale che alla cultura sia data una grandissima attenzione, sia perché è un veicolo per nutrire lo spirito e le menti delle persone sia perché è una grande opportunità di crescita economica. Questo studio lo dimostra. Il governo rafforzerà gli investimenti in cultura sia per il dovere costituzionale di tutelare il patrimonio culturale sia per supportare le imprese dei beni culturali che operano nel nostro Paese, ma anche per tutti coloro che lavorano quotidianamente nei musei, nei parchi archeologici, nelle biblioteche, negli archivi e nelle strutture periferiche del Ministero».
«I numeri elaborati dalla ricerca BCG sui musei statali - ha aggiunto l'amministratore delegato della Boston consulting Giuseppe Falco - dicono chiaramente che investire in cultura si rivela una scelta chiave per stimolare la crescita della nostra economia».

L'indagine

Per saperne di piùRiproduzione riservata ©