Appalti

Coronavirus - Tpl, allarme distanziamento

Lunedì 4 maggio si avvicina e nelle aziende del tpl (trasporto pubblico locale) crescono ansie e preoccupazioni. A uscire allo scoperto sono Agens e Asstra, le due associazioni che rappresentano in pratica la totalità degli operatori. In una lettera inviata alla ministra dei Trasporti, Paola De Micheli, i presidenti Arrigo Giana (Agens) e Andrea Gibelli (Asstra), oltre a sollevare una serie di dubbi in merito alla praticabilità di alcune misure previste per il settore del tpl, affermano con chiarezza che i mezzi di trasporto pubblico (autobus, tram, metropolitane, ma anche le carrozze dei treni regionali) non sono in grado di soddisfare i requisiti di distanziamento sociale richiesti dal governo. Da notare che Giana è direttore generale di Atm Milano e Gibelli è presidente di Ferrovie Nord Milano, quindi sono entrambi in prima linea nella sfida che attende il tpl nella fase 2.

«Il distanziamento ipotizzato di un metro per la fase 2 limita la capacità del sistema dei trasporti di persone al 25-30% del numero di passeggeri trasportati in condizioni di normalità» spiegano Giana e Gibelli. Esempio: a Milano, prima del coronavirus, ogni giorno nella metropolitana circolavano 1,5 milioni di passeggeri. Nella fase 2, per garantire il distanziamento di un metro tra una persona e l’altra, sul metrò milanese non potranno viaggiare più di 400mila utenti al giorno. Ma c’è di più. Secondo i due manager il limite deciso dal governo «riguarderebbe sia la capienza dei veicoli, sia quella dei luoghi di attesa dei mezzi, siano essi stazioni o fermate di superficie» e di conseguenza «l’offerta di trasporto sarebbe assolutamente insufficiente, anche a fronte di una domanda che, prevedibilmente, sarà inferiore rispetto alla situazione pre Covid». Il vincolo di un metro potrebbe inoltre generare «sovraffollamento a ridosso delle aree di attesa delle stazioni e alle fermate, ottenendo un effetto contrario a quello desiderato» con «assembramenti non controllabili e pericolosi per la salute delle persone» oltre che «potenziali problemi di ordine pubblico». Per questi motivi il direttore generale di Atm Milano e il presidente di Ferrovie Nord chiedono al ministro di mantenere solo il «criterio incardinato sull’obbligo di utilizzo delle mascherine da parte degli utenti, rigorosamente applicato, coerentemente, peraltro, a quanto disposto nel protocollo generale per la riapertura delle imprese».

Il sindaco di Milano, Giuseppe Sala, chiama i cittadini «alla collaborazione perché noi abbiamo 1.200 carrozze della metropolitana, 1.300 bus e 400 tram, ed è impensabile che mettiamo della gente a controllare che abbiate le mascherine a posto quindi serve la vostra collaborazione».

Per saperne di piùRiproduzione riservata ©